Flessibilità METABOLICA
La flessibilità metabolica è la capacità di adattarsi ad utilizzare come substrato energetico il substrato che è disponibile. In sostanza si tratta della capacità di utilizzare lipidi e carboidrati ed avere una transizione tra essi.
Si dice che il metabolismo è
- flessibile quando sceglie correttamente quali combustibili usare: molti grassi a riposo, per sforzi lievi e per sforzi moderati, zuccheri solo per sforzi elevati.
- inflessibile, rigido quando utilizza molti zuccheri anche per sforzi moderati o perfino a riposo.
n.b.: se si eliminano i carboidrati dalla dieta e successivamente si reintroducono, si ha un recupero rapido della flessibilità: nell’arco di 24 ore. Diversamente avviene per i lipidi la cui flessibilità metabolica richiede dai 7 ai 14 giorni affinché il corpo sia nuovamente in grado di ossidare il lipidi.
Il QUOZIENTE RESPIRATORIO: si tratta del rapporto tra Ossigeno inspirato e Anidride Carbonica espirata. Misurabile in maniera diretta con il dispositivo PPG-STRESS FLOW di Biotekna, la sua misurazione consente di determinare la proporzione di grassi e carboidrati che vengono impiegati ai fini energetici: 0,7 lipidi; 0,8-0,9 lipidi e carboidrati; da 1,0 in su esclusivamente glucosio. Nei soggetti flessibili, dopo il digiuno notturno il quoziente respiratorio al mattino tende allo 0,7.
n.b.: il digiuno prolungato in soggetti con quoziente respiratorio alto causa perdita di massa muscolare scheletrica.
MINNESOTA STUDY
Il Minnesota Study è lo studio più importante pubblicato che abbia valutato gli effetti della restrizione calorica e della perdita di peso. Lo studio, effettuato per un anno presso l’Università del Minnesota nel 1944 fu ideato per valutare gli effetti fisiologici e psicologici di una severa e prolungata restrizione calorica e l’efficacia della riabilitazione nutrizionale. Lo scopo principale dello studio fu di capire come assistere nel modo migliore le vittime della carestia in Europa e in Asia, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, usando i dati derivati da una simulazione della carestia in laboratorio. Durante i primi tre mesi dell’esperimento, i volontari si cibarono normalmente mentre venivano studiati dettagliatamente il loro comportamento, la loro personalità e le loro modalità alimentari. Nel corso dei sei mesi successivi, i partecipanti furono sottoposti a una restrizione che corrispondeva approssimativamente alla metà del loro introito calorico iniziale; questo regime determinò in media una perdita approssimativa del 25% del loro peso iniziale. I sei mesi di perdita di peso furono seguiti da tre mesi di riabilitazione nutrizionale, durante i quali gli uomini furono gradualmente nutriti in maniera normale. Un sottogruppo fu seguito per quasi nove mesi dopo che era iniziata la fase di nutrizione normale. La maggior parte dei risultati fu riportata solo per 32 uomini, dato che quattro dei partecipanti all’esperimento si erano ritirati o durante o alla fine della fase di restrizione calorica. Nonostante le risposte individuali, rispetto alla perdita di peso, variassero notevolmente, tutti gli uomini sperimentarono drammatici cambiamenti fisici, psicologici e sociali riassunti nelle sezioni seguenti. Questo studio ha avuto particolare rilevanza per comprendere i disturbi dell’alimentazione perché molti sintomi fisici, ma soprattutto psicologici e sociali, osservati nei volontari sono simili a quelli sperimentati dalle persone con disturbi dell’alimentazione sottopeso.
Il Protocollo: L’alternativa al servizio militare
Più di 100 uomini si proposero come volontari in alternativa al servizio militare. In questo campione iniziale furono selezionati 36 uomini che avevano il migliore stato di salute fisica e psichica e un’elevata motivazione per la partecipazione allo studio. I partecipanti erano tutti bianchi di età compresa tra 22 e 33 anni e 25 erano membri delle Historic Peace Churches.