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Author Archives: Pierpaolo Ricciotti

Innanzitutto occorre sottolineare un concetto tanto scontato, quanto comunemente ignorato: dimagrimento non è perdita di peso, ma riduzione di grasso corporeo.

Quindi per dimagrire è necessario ossidare i grassi e per ossidare i grassi è indispensabile appunto la presenza dell’ossigeno.

Il consumo di ossigeno che consente al corpo di utilizzare i grassi come fonte energetica si ha quando il battito cardiaco si attesta indicativamente tra il 75% e l’85% della frequenza cardiaca massima.

Risulta chiaro che, pur facendo addominali a più non posso, non si arriva a raggiungere questa soglia. Lo stesso discorso può essere esteso alla semplice camminata, che pur portando alcuni benefici in termini generali, non è da prendere in considerazione per un programma efficace di dimagrimento.

In ogni caso, per non tralasciare nessun aspetto, è indispensabile prendere in considerazione altri importanti elementi, tra cui i più importanti sono il Glucagone, il principale ormone brucia grassi, gli Ormoni Tiroidei, l’ormone Irisina e il Grasso Bruno, questi ultimi due strettamente correlati.

Quindi allenarsi in presenza  dell’ormone Glucagone, nel momento in cui sono maggiormente attivi gli Ormoni Tiroidei, con un allenamento che stimola la produzione di Irisina e che favorisce l’ossidazione dei grassi, risulterà estremamente efficace.

Ma pur facendo tutto nella maniera più corretta, non per tutti ci saranno risultati rapidi ed evidenti. Questo perché ci sono altre variabili decisive da prendere in considerazione, quali l’insulino-resistenza e l’alterazione del ritmo circadiano del Sistema Nervoso Autonomo. Entrambi questi effetti sono causati dal vivere situazioni stressanti mal gestite per lungo tempo e sono responsabili dell’aumento del grasso corporeo.

Quando c’è insulino-resistenza le cellule riducono la loro capacità di trasportare glucosio al loro interno, di conseguenza la glicemia rimane elevata ma le cellule risultano carenti di energia.

Quando risulta alterato il ritmo circadiano del Sistema Nervoso Autonomo, la componente del Sistema Parasimpatico, quella del recupero, della rigenerazione e del risparmio energetico, diventa dominante in momenti in cui dovrebbe esserlo invece la componente del Sistema Simpatico, quella attivante che permette di reclutare e spendere energia.

 


A causa di queste alterazioni, l’organismo non riesce ad avere sufficienti energie neanche per i semplici compiti quotidiani e anche introducendo pochissime calorie, tenderà ad aumentare il grasso corporeo.

Quindi in caso di stress cronico, pur facendo le cose giuste, bisogna avere più pazienza, perché i risultati saranno evidenti nel momento in cui il corpo inizierà a tendere verso il salutare equilibrio.

Se, in questa condizione, l’intervento sarà orientato solo ad un conto calorico, quindi riducendo l’introito e proponendo un maggiore dispendio energetico con attività fisica giornaliera, il risultato in una prima fase sarà sicuramente di perdita di peso, ma a discapito purtroppo delle componenti magre.

Successivamente, come ben sa chi si è già trovato in situazioni simili, il corpo non riuscirà più a reggere questo stile di vita e si tornerà alle vecchie abitudini, con però ulteriore peggioramento delle condizioni corporee (e di salute) rispetto alla condizione iniziale, con elevato rischio di sviluppare disordini alimentari, accompagnati da frustrazione e scoraggiamento.

E’ molto importante che, in caso di situazioni di stress cronico, non si cada nel tranello di cercare o di farsi attrarre da promesse di risultato immediato. In questo caso il fai da te, o un intervento che riduce in maniera estrema le calorie, potrebbe risultare estremamente pericoloso a medio/lungo termine.

Al contrario, è necessario che la nutrizione sia “funzionale” e sinergica ad un allenamento assolutamente ben dosato e ad un corretto stile di vita.

Tutto deve concorrere al ripristino dell’equilibrio, delle corrette funzioni ormonali e della giusta attivazione del Sistema Nervoso Autonomo, questa è l’unica strada che garantisce un risultato efficace, duraturo e rispettoso della fisiologia.

Sono Pierpaolo Ricciotti, Chinesiologo, Personal Trainer, certificato dal 2014 ad oggi con L’Open Academy of Medicine, scuola di alta formazione e perfezionamento in Neuroimmunomodulazione, Metabolismo, Nutrizione Funzionale e Riabilitazione Fisico-Motoria, ideatore del BODY TO HEALTH METHOD, Nel mio lavoro mi occupo dal 2015 di monitoraggio della composizione corporea e del sistema nervoso autonomo con i dispositivi BIA ACC e PPG STRESS FLOW – BIOTEKNA; Riequilibrio Metabolico-Ormonale; Dimagrimento; Performance Sportiva e Psico-Fisica; dal 2021 di Riequilibrio Posturale Globale Decompensato – Raggi Method® tramite Pancafit®. Per questa mia specifica formazione, sono specializzato in particolar modo nel gestire e programmare allenamenti in condizioni di stress acuto e cronico.

E’ giusto essere diffidenti nel mondo di oggi, chiunque può divulgare informazioni di qualunque genere, senza nessun controllo, nessuna qualifica né professionalità, e questo genera dubbi e confusione.

In Abruzzo sono l’unico Personal Trainer ad essere certificato con L’Open Academy of Medicine, e a trattare questi specifici argomenti. Quindi per la maggior parte dei lettori si tratterà di informazioni nuove e non “convenzionali”, che per molti potrebbero risultare determinanti, non solo per migliorare la propria composizione corporea, ma anche per indirizzarsi verso una condizione di efficienza psico-fisica ottimale.

In questo articolo voglio spiegare perché chi si allena in condizione di stress non ottiene risultati, oppure li ottiene con molta fatica e li perde al minimo errore, o infine, condizione più frequente di quanto si pensi, in caso di errori macroscopici addirittura peggiora la propria composizione corporea mettendo a rischio la propria salute. I due errori macroscopici più importanti sono eccesso di attività fisica, ed eccessiva restrizione calorica. Entrambe queste azioni comportano un aumento di deficit energetico in una situazione (stress scuto o cronico) in cui l’organismo sta richiedendo e mobilitando molte più energie, per affrontare eventi o situazioni particolarmente impegnative. E’ importante capire che gestire persone in questa particolare condizione richiede specifiche competenze.

Ciò che crea le maggiori difficoltà nell’ottenere miglioramenti, riguarda due alterazioni principali che avvengono in condizione di stress protratto nel tempo. La prima è la disregolazione del Sistema Nervoso Autonomo, la nostra centralina che gestisce le funzioni involontarie dell’organismo, quali il battito cardiaco, la respirazione, la termoregolazione, la digestione, il sistema immunitario, ecc. La seconda è l’alterazione  dell’asse ormonale deputato alla produzione del cortisolo. Quando entrambi questi sistemi perdono la loro ritmicità circadiana, insorgono vari malesseri e disturbi, quali stanchezza cronica, insonnia e risvegli notturni, alterazioni dell’umore, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, ricerca di comfort food (cibi ricchi di zuccheri e grassi), per citarne alcuni dei più evidenti.

L’impatto più evidente sulla composizione corporea riguarda l’aumento di grasso, soprattutto quello ectopico, cioè accumulo in sedi dove normalmente non dovrebbe esserci, quali muscoli, cuore e organi interni; la riduzione della massa e della forza muscolare, poiché il muscolo in condizioni di stress viene destrutturato e usato come fonte di energia ad opera dell’ormone Cortisolo; più altre alterazioni che si possono evidenziare strumentalmente quali la perdita di massa ossea, l’aumento della permeabilità capillare, la destrutturazione delle membrane cellulari, la diminuzione della variabilità della frequenza cardiaca, la diminuzione della capacità antinfiammatoria, per citarne alcune tra le più impattanti che potrebbero mettere seriamente a rischio lo stato di salute a medio/lungo termine, se non si pone opportunamente rimedio.

Da questo quadro risulta evidente che se non si compiono azioni (tra cui spicca una corretta programmazione dell’allenamento) per portare equilibrio nell’Asse Ormonale del Cortisolo e nel Sistema Nervoso Autonomo, quegli interventi su cibo e allenamento, pur non propriamente corretti, che in condizioni psicofisiche ottimali potrebbero portare discreti risultati, in questa situazione portano a minimi o nulli risultati, con conseguente frustrazione e scoraggiamento, e magari ricerca di soluzioni estreme e pericolose.

Allora come intervenire?

Innanzitutto con un monitoraggio della condizione iniziale e con dei controlli periodici che consentono verificare l’efficacia degli interventi e del programma proposto. E’ assolutamente indispensabile utilizzare dispositivi validati e affidabili. Io nello specifico utilizzo la BIA ACC e il PPG STRESS FLOW prodotti e sviluppati dall’azienda italiana Biotekna, dispositivi che vengono aggiornati costantemente, che forniscono una misurazione in vivo e i cui parametri sono riconosciuti dalla comunità scientifica mondiale, oltre ad essere dispositivi usati da atleti di livello internazionale, per la loro efficacia nell’incrementare e mantenere nel tempo una elevata performance psicofisica.

Successivamente si concorda un piano di intervento. E’ una fase molto importante, la fiducia e la collaborazione sono la chiave del risultato. Feedback e monitoraggi di controllo sono gli strumenti necessari nella fase iniziale, dove lo scoglio più duro può essere abbandonare vecchie abitudini poco salutari.

Se si affronta bene questa prima fase (può durare da due settimane a un mese circa), in cui la priorità è riportare quell’equilibrio di base indispensabile, il resto del percorso poi diventa molto più agevole: disturbi e malesseri si azzerano, si torna ad avere più energia, concentrazione, lucidità di pensiero e il corpo inizia a rispondere agli stimoli allenanti con ottimi risultati.

Questo percorso è possibile ed efficace, se si hanno a disposizione strumenti di monitoraggio affidabili e validati. Le ultime evidenze scientifiche dimostrano come lo stimolo allenante possa essere sia uno stimolo riequilibrante, sia uno stimolo perturbante e di disregolazione per l’organismo. In condizioni e periodi di stress protratti nel tempo, è assolutamente indispensabile rivolgersi a professionisti qualificati e  con una formazione specifica a riguardo.

Ho deciso di riportare questa mia esperienza con un duplice scopo: innanzitutto che possa essere di utilità, informazione e maggiore comprensione, per chi abbia il desiderio di approfondire con dati alla mano; in secondo luogo per me è importante dimostrare come l’efficacia di una interventistica precisa e fondata sulla scienza e sulla fisiologia, possa ridurre i tempi di malattia e accelerare notevolmente i tempi di recupero.

I primi sintomi li ho avvertiti domenica 24 gennaio 2021. la mattina feci un allenamento intenso, per via di una telefonata non andai nell’immediato a fare la doccia e presi freddo. La sera avvertii sintomi evidenti di febbre. Stavo già facendo su di me da diversi giorni monitoraggio dell’ANS (Sistema Nervoso Autonomo) e biofeedback respiratorio con dispositivo PPG STRESS FLOW BIOTEKNA. Ho colto l’occasione, continuando a monitorare ogni giorno di malattia per verificare come il mio Sistema Nervoso Autonomo ed il mio sistema vagale siano stati messi alla prova dal Covid-19.

All’inizio ho pensato fosse un semplice raffreddamento, ma quando ho iniziato a non percepire più i gusti dei cibi (sintomo che è andato via via aumentando di intensità, per poi recedere in una settimana circa), ho avuto la certezza di aver contratto il virus Covid-19, successivamente confermata dal tampone, effettuato in data 1 febbraio, appena mi sono sentito in grado di uscire.

(Ritengo, è un mio parere, che se non ci fosse stato un forte stress fisico alla base, sarei potuto probabilmente rientrare nella pericolosa categoria degli asintomatici, senza avere il minimo sospetto di essere stato contagiato.)

Per una migliore comprensione è utile specificare quali sono le principali funzioni dell’ANS: è responsabile di una serie di funzioni corporee in gran parte inconsce tra cui la frequenza respiratoria, la frequenza cardiaca, la temperatura corporea, la pressione, la digestione e la risposta immunitaria. La componente del Nervo Vago è collegata con il cuore, polmoni, tratto digerente, sistema immunitario, i sistemi coinvolti quando qualcuno viene infettato da questo virus.

Come precedentemente detto, ho eseguito su di me un monitoraggio giornaliero dell’ANS, ogni mattina appena sveglio, con il dispositivo PPG STRESS FLOW BIOTEKNA a partire dal 25 gennaio.

Questo il risultato dei primi tre giorni di monitoraggio:

Il primo dato che immediatamente risalta e che ho evidenziato con la freccia rossa, è il notevole incremento della frequenza cardiaca a riposo, come si può notare rispetto al test precedente del 24 effettuato in assenza di malattia. Già questo semplice parametro ha evidenziato una importante risposta infiammatoria in corso e il notevole impegno del corpo in risposta ad una condizione di stress acuto. Quando il corpo ha bisogno di reclutare energia per il cervello e il sistema immunitario aumenta il battito cardiaco medio. Già un aumento di 10 bpm indica una condizione di aumentata richiesta energetica, nel mio caso l’aumento è stato di oltre 30 bpm.

Sugli altri due parametri evidenziati più in basso, in cui c’è stato un crollo critico dei valori ( i dati raccolti nei casi COVID monitorati dalla BIOTEKNA hanno dimostrato che restare con SDNN sotto 20 e RMSSD sotto 10 per diversi giorni si traduce in rischio di andare in terapia intensiva e rischio di morte) è necessario aggiungere qualche informazione per avere una chiara comprensione.

SDNN è l’indice della variabilità della frequenza cardiaca, avere un valore alto significa alta adattabilità ad ogni situazione e cross talk tra gli organi, che comunicano correttamente tra loro.

RMSSD è un indicatore della funzionalità del nervo vago. Ci da informazioni sulla attività antinfiammatoria endogena innata ad opera del Nervo Vago. È un marcatore di salute e malattia e della capacità di recupero dalla malattia. Se il suo valore è basso, si ha una bassa efficienza immunitaria e una bassa capacità di riconoscere anomalie in un distretto.

Avendo visto i valori di questi parametri così critici e fuori scala, mi sono immediatamente attivato per cercare di recuperare il prima possibile una condizione di omeostasi. L’immagine che segue dimostra il mio impegno (con non poca fatica, ma molta volontà)

Ogni “PPG SF – ANS BF” indica un esercizio di biofeedback respiratorio effettuato con il PPG STRESS FLOW. “ANS Control Biofeedback” indica lo stesso esercizio effettuato con dispositivo portatile e applicazione dallo smartphone.

Ci sono varie possibilità di esercizi respiratori, io ho ritenuto opportuno concentrarmi sull’esercizio che favorisce il recupero del tono vagale, per stimolare il più possibile la mia capacità antinfiammatoria endogena.

Perché ho ripetuto così tante volte al giorno gli esercizi: questo è il risultato del primo biofeedback effettuato in tarda serata del 24 gennaio, giorno in cui ho iniziato ad avvertire evidenti sintomi di febbre e brividi di freddo

Ecco cosa ho riscontrato che mi ha portato immediatamente ad attivarmi: battito cardiaco medio 105 e valori di SDNN e RMSSD con valori molto molto bassi, nonostante l’esercizio normalmente crei un risultato apprezzabile già con una sola seduta.

Per mostrare la differenza in condizioni di normalità, questo è il risultato di un biofeedback effettuato da me il 22 gennaio (ci tengo a specificare che oltre a Frequenza Cardiaca, SDNN e RMSSD, ci sarebbero altri parametri su cui approfondire, in ogni caso analizzare queste tre variabili è più che sufficiente per rendere comprensibile nel modo più chiaro e semplice possibile alcuni importanti effetti del Covid-19 sul nostro sistema complesso):

Il risultato mi ha sorpreso e un po’ preoccupato, quindi ho deciso di stimolare il più possibile, per quanto era nelle mie capacità, il mio sistema immunitario tramite stimolazione del Nervo Vago. Nonostante gli esercizi di biofeedback sembravano dare un risultato parziale e insufficiente, giorno dopo giorno ci sono stati piccoli ma costanti miglioramenti, sia in termini di riduzione del battito cardiaco medio, che miglioramento dei valori della SDNN e di RMSSD.

Il primo risultato incoraggiante con il biofeedback respiratorio l’ho ottenuto il 10 febbraio, finalmente un risultato ottimale il 13 febbraio. Il 17 febbraio ho ottenuto un risultato discreto, anche se non ancora perfetto, sul monitoraggio del Sistema Nervoso Autonomo.

Riporto di seguito i tre risultati in successione:

Primo Biofeedback respiratorio che ha iniziato a portare discreti risultati

Primo Biofeedback ottimale

Primo monitoraggio del sistema nervoso autonomo discreto e vicino alla normalità:

Sto continuando ad esercitarmi, poiché al momento è necessario ancora un impegno volontario, nel mio caso l’ANS non ha ancora recuperato la sua funzione di sistema automatico di regolazione. Sono grato di avere i giusti strumenti a disposizione, il risultato è solo una questione di impegno e costanza. Ho verificato in prima persona come il virus Covid-19 metta a dura prova il Sistema Nervoso Autonomo. Dal punto di vista fisico ho riscontrato una ripresa di energia e forza dopo circa due settimane senza aver fatto alcun uso di medicinali di nessun genere. In base ai miei studi ho semplicemente cercato di stimolare il più possibile la risposta antinfiammatoria endogena di cui tutti siamo dotati, con gli strumenti a mia disposizione, che ritengo di altissimo valore.

In conclusione ho verificato sulla mia persona il concetto base su cui ho costruito il mio lavoro: l’importanza di fare prevenzione, per affrontare in condizioni ottimali qualunque minaccia o evento stressante (non solo il Covid-19). Confrontarci con questo virus fa capire quanto sia importante prenderci cura di noi stessi. È ormai assodato che una delle chiavi più importanti per la cura di sé risulta essere il Nervo Vago. La tecnica di biofeedback respiratorio che propongo e che utilizzo per me stesso, stimola il Nervo Vago, inviando un segnale di rilassamento molto efficace nell’attenuare la risposta allo stress. Migliorare il tono vagale inoltre favorisce la produzione di acetilcolina, riducendo in tal modo lo stato infiammatorio. Spero che i dati da me riportati e la mia esperienza, possano far comprendere meglio quanto sia importante riabilitare/fortificare questa nostra componente fondamentale, per la nostra salute e per la nostra longevità e per un sano invecchiamento in autonomia.